Tribunale Inquisitorio e poteri dell’inquisizione. Sine Requie Live Roma

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Tribunale Inquisitorio e poteri dell’inquisizione. Sine Requie Live Roma

Quando l’Inquisizione fu nuovamente resa attiva per decreto papale, le fu concesso un raggio di azione quasi illimitato. Tutt’ora gli Inquisitori hanno il potere di controllare che in ogni parte del Sanctum Imperium siano rispettate le regole imposte dal Decalogus Fidelis. Come si può immaginare, questo significa che ogni Inquisitore può interessarsi ad ogni possibile reato commesso nel territorio papale, vista la genericità di alcune di queste regole. In pratica, sebbene l’Inquisizione possa mettere lo zampino ovunque, gli Inquisitori si limitano ad investigare su un numero limitato di infrazioni, lasciando ai Templari e soprattutto ai Vescovi, con i loro Excubitores, il compito di ristabilire la legge in caso di comuni infrazioni. Non è raro comunque che Templari e Inquisitori “si pestino i piedi” quando indagano contemporaneamente su casi che possono entrare nel campo di azione di entrambi gli Ordini. Da molti l’Inquisizione è vista come la massima autorità in fatto di legge all’interno del regno del Papa. Gli Inquisitori, incaricati da un Magister o dal Consilium stesso, assumono una serie di poteri che iniziano al momento della presa in carico della missione e vengono perduti non appena si chiude il Tribunale da loro presieduto, con la messa in atto dei castighi inflitti ai colpevoli. Non è concesso ad un Inquisitore, nell’adempimento di una missione, di rimanere nella stessa diocesi per più di quindici giorni, il tempo massimo consentito ad un Tribunale Inquisitoriale per esprimere un giudizio. Questa regola può avere delle eccezioni, che però sono concesse solo ed esclusivamente con approvazione scritta del Papa in persona. Il potere di un Inquisitore è enorme, tanto da poter esautorare il Tribunale Vescovile e prenderne il posto per reati che rientrino nell’ambito della giurisdizione inquisitoriale, semplicemente presentando la lettera di incarico vergata dal Consilium e dal Gran Inquisitore in persona. Nel caso in cui un Inquisitore si trovi a esautorare temporaneamente un Vescovo come conseguenza delle proprie indagini, gli Excubitores perdono qualsiasi potere fintanto che il Tribunale Inquisitoriale rimane attivo. Può accadere che un Inquisitore richieda agli Excubitores di aiutare i Conversi, nel caso ve ne sia bisogno. Gli Excubitores, in questa situazione, non possono ribellarsi all’Inquisitore e dovranno rispettarlo e rispondere ai suoi ordini come farebbero davanti al Vescovo in persona. Gli Inquisitori possono usare qualsiasi mezzo per estorcere la verità, compresa la tortura, ma devono sottostare a precise regole burocratiche e ogni loro processo deve essere registrato da un Notaio e vagliato dai Magistri per essere approvato e catalogato sebbene questo avvenga dopo che i colpevoli siano già stati sentenziati e spesso giustiziati. Una notevole differenza, nelle pene, riguarda la possibilità di “pentimento” o meno del reo confesso. Individui che confessano al Tribunale le proprie colpe e accettano di buon grado la pena inflitta possono ricevere punizione minori e talvolta possono arrivare ad evitare la morte. È chiaro che se tali individui dovessero di nuovo essere sottoposti al vaglio dell’Inquisizione, la punizione sarebbe terribile e molto, molto più dolorosa.

Gli Inquisitori si interessano principalmente di tre tipi di reati:

1) Eresia. Ovvero la presenza di culti estranei alla Chiesa Cattolica Romana che cerchino o meno di fare proseliti tra i cittadini del Sanctum Imperium.

2) Stregoneria. Ovvero ogni tipo di ritualistica estranea alla Chiesa Cattolica, che viene vista sempre e comunque come segno di familiarità col demonio.

3) Reati gravi commessi da ecclesiastici. L’Inquisizione ha, tra i suoi scopi, quello di investigare ogni appartenente alla Chiesa stessa, accertarne eventuali infrazioni e punire adeguatamente (e severamente) il colpevole. Qualsiasi crimine di grossa portata commesso da un religioso, che prevede la non osservanza del Decalogus Fidelis, viene punito direttamente da un Tribunale Inquisitoriale.
Ma in pratica il Tribunale Inquisitoriale si interessa solo di reati commessi da ecclesiastici (ad eccezione dei Templari) o da alcuni soggetti particolari (come i laici che fanno parte dell’Inquisizione). L’Inquisizione ha anche potere su ogni cittadino dell’Imperium che si macchi dei reati di idolatria (adorazione di “idoli”, ovvero di fedi estranee alla Chiesa di Roma), negromanzia (la pratica della magia nera “in ogni sua forma” e l’adorazione di Satana “in ogni sua forma”) e eresia (ovvero “distorcere i dettami e i dogmi di Santa Romana Chiesa per creare una propria dottrina eversiva”).

Pene comminate dal Tribunale Inquisitoriale:

1) RITUALI PAGANI PER PROPIZIARE IL RACCOLTO: L’officiante viene arso sul rogo, il paese viene multato e ogni cittadino riceve due frustate.

2) FURTO COMMESSO DA UN PADRE SEMPLICE: Sospensione “A Divinis” del sacerdote, dieci frustate sulla pubblica piazza, restituzione del maltolto e due anni di clausura in una Abbazia scelta dall’Inquisitore.

3) AFFILIAZIONE A SETTE ERETICALI: Rogo.

4) SOSTENERE IN TAVERNA CHE CRISTO AVEVA DEI FIGLI: Dieci frustate sulla pubblica piazza per idee ereticali.

5) CONTINUARE A SOSTENERE CHE CRISTO AVEVA DEI FIGLI DOPO ESSERE STATO GIÀ CONDANNATO: Rogo.

6) STUPRO COMMESSO DA UN PADRE CASTIGATORE: Impalamento.

7) IDEE ERETICALI PROFONDAMENTE RADICATE IN UN PAESE E NESSUN PAGAMENTO DELLA DECIMA: Il paese viene arso, insieme ai fomentatori della ribellione.

Infine il gruppo Re Bianco vi ricorda che sono aperte le iscrizioni al prossimo evento COMUNITÀ dell’1-2 Febbraio, con la seconda fase CHE VA DAL 30 DICEMBRE AL 26 GENNAIO.
Per ogni info e dettaglio vi rimandiamo all’interno dell’evento Sine Requie Live Roma – Capitolo I, Parte 4 – Rex Presidio.

Re Bianco

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